Me lo chiedono in troppi, me lo chiedono spesso: “ma che ci sei andata a fare in Brasile? dove abitavi? che facevi? e perché sei tornata?”
E allora vengo meno al principio secondo il quale in un blog tematico non si deve parlare troppo di sé.
Dalla prossima settimana proverò a rispondere a quelle e ad altre domande con un lungo racconto a puntate. Senza scadenze fisse e senza regolarità. Magari ricopiando brani delle lettere che spedivo in Italia nell’era a.I. (avanti Internet, dal 1991 al 1994/95) o copincollando le famigerate “circolari” che scrivevo nell’era d.I. (dopo Internet, a partire dal 1997 – il 1996 l’ho passato in Italia – e fino al 2003).
Valuterò cammin facendo l’opportunità di continuare o di interrompere il racconto, e comunque non smetterò di fare quello che ho sempre fatto: dare notizie, sollevare questioni, suggerire riflessioni, parlare di musica, libri, sport, politica, economia e cultura popolare, insomma far risuonare in questo spazio la mia passione e il mio amore per il Brasile. Lo scopo per cui è nato questo blog non cambierà. Semplicemente, ci sarà un’aggiunta, piatto ricco per i curiosi, delusione per chi si aspetta “altro”.
Le puntate saranno numerate e riunite sotto un unico tag. Non so se rispetterò sempre l'ordine cronologico, in fin dei conti non è mica un’autobiografia. È piuttosto un racconto intorno al fuoco, come si faceva una volta.
Se vi va, quindi, prendete il vostro lavoro a maglia, il modellino da costruire coi fiammiferi, la pipa (è ammesso anche il sigaro: le sigarette, per favore, no), il vostro bicchiere di vino, il ricamo a mezzopunto da finire, il gatto da accarezzare e accomodatevi dove volete. Domande, interruzioni e commenti non sono solo consentiti, ma anche auspicati. Criticatemi, se viene all’uopo. Sentitevi liberi.
La porta è aperta, il fuoco acceso - anzi no, lo accendiamo quando farà un po' meno caldo. Forse ne avremo per parecchio tempo...
Alla prossima settimana, allora. Até logo.
E allora vengo meno al principio secondo il quale in un blog tematico non si deve parlare troppo di sé.
Dalla prossima settimana proverò a rispondere a quelle e ad altre domande con un lungo racconto a puntate. Senza scadenze fisse e senza regolarità. Magari ricopiando brani delle lettere che spedivo in Italia nell’era a.I. (avanti Internet, dal 1991 al 1994/95) o copincollando le famigerate “circolari” che scrivevo nell’era d.I. (dopo Internet, a partire dal 1997 – il 1996 l’ho passato in Italia – e fino al 2003).
Valuterò cammin facendo l’opportunità di continuare o di interrompere il racconto, e comunque non smetterò di fare quello che ho sempre fatto: dare notizie, sollevare questioni, suggerire riflessioni, parlare di musica, libri, sport, politica, economia e cultura popolare, insomma far risuonare in questo spazio la mia passione e il mio amore per il Brasile. Lo scopo per cui è nato questo blog non cambierà. Semplicemente, ci sarà un’aggiunta, piatto ricco per i curiosi, delusione per chi si aspetta “altro”.
Le puntate saranno numerate e riunite sotto un unico tag. Non so se rispetterò sempre l'ordine cronologico, in fin dei conti non è mica un’autobiografia. È piuttosto un racconto intorno al fuoco, come si faceva una volta.
Se vi va, quindi, prendete il vostro lavoro a maglia, il modellino da costruire coi fiammiferi, la pipa (è ammesso anche il sigaro: le sigarette, per favore, no), il vostro bicchiere di vino, il ricamo a mezzopunto da finire, il gatto da accarezzare e accomodatevi dove volete. Domande, interruzioni e commenti non sono solo consentiti, ma anche auspicati. Criticatemi, se viene all’uopo. Sentitevi liberi.
La porta è aperta, il fuoco acceso - anzi no, lo accendiamo quando farà un po' meno caldo. Forse ne avremo per parecchio tempo...
Alla prossima settimana, allora. Até logo.