29 febbraio 2008

Il senso del tragico (Julio Monteiro Martins)

Ringrazio l'amico Julio per avermi consentito di pubblicare il suo testo sul mio blog. La rivista Internazionale gli aveva chiesto un articolo sulla politica italiana, e invece Julio si è lanciato in riflessioni decisamente più interessanti sul senso del tragico e sulla Storia, richiamandosi efficacemente anche a un importante episodio della storia brasiliana.
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di Internazionale in edicola oggi.

Il senso del tragico
di Julio Monteiro Martins

Ho un rifiuto viscerale all’idea di scrivere sulla politica italiana di questi ultimi tempi, il senso di ribrezzo profondo di chi è costretto a immergersi in un ristagno di acque fetide per poi sentire strisciare su per le gambe un’orrenda fauna entomologica. La metafora della melma torbida è appropriata perché il kitsch buonista o cattivista dei politici è melmoso e appiccicoso, mentre la Storia, quella vera, esige per compiersi il senso del tragico, marmoreo e tagliente. Ho tanta nostalgia della storia, o della possibilità della storia, e perciò non riesco a parlare dell’amministrazione spicciola degli interessi privati.

L’Italia, come il Brasile, soffre di un deficit di tragicità, interrotto solo per alcuni brevi periodi dall’esplosione di contraddizioni latenti e insidiose: per l’Italia, penso al senso di smarrimento e abbandono dell’8 settembre, per il Brasile al suicidio di Getúlio Vargas nel 1954, alla sua lettera testamento, “esco dalla vita per entrare nella storia”. Ma il fatto è che subire il tragico è ben diverso dall’averlo metabolizzato come parte inscindibile del carattere nazionale. Tanti cambiamenti importanti si fanno proprio svelando l’epico e cavalcando il tragico, facendolo emergere come fattore di rottura. Il tragico s’incentra sul fato, sull’inesorabile, ma anche sul sogno, sull’utopia, sulla sua forza motrice segreta. Il salto di qualità non sarà certo lo spostamento da destra a sinistra o dall’arcaico al moderno, ma dal superfluo e irrilevante all’essenziale. E l’attesa degli eventi è esasperante.

Quando si rimane sulla superficie delle cose, quando la patria – come nel Macbeth – ha “paura di conoscere se stessa”, il destino della società non puù mettersi in gioco, nemmeno nelle cronache elettorali. Ci sarà solo un cambio di guardia di basso profilo e al posto di soluzioni – lo vedremo negli anni a venire – ci saranno solo rinvii e mascheramenti.

Al lettore dotato di grande fantasia, e quindi capace di interessarsi alla politica italiana, devo chiedere scusa per non aver scritto sulle scelte dell’Udeur, sulla Rosa Bianca o su quella nel Pugno, su Yes We Can o… ebbene sì, sul Cavaliere del Lavoro. Ma per questo ci sono i quotidiani, sempre un po’ isterici da queste parti. Ho preferito suggerire che forse, sull’altra sponda della palude, oltretutto e nonostante tutto, c’è la nostra storia in attesa di compiersi. E si compirà. Più la flaccida retorica cercherà di raggirarla, più dirompente sarà il momento della sua comparsa in scena.


16 febbraio 2008

E l'Orso d'oro va in Brasile...


Il polemico e violento "Tropa de elite" di José Padilha vince a sorpresa l'Orso d'oro come miglior film al Festival di Berlino, esattamente 10 anni dopo Walter Salles con "Central do Brasil" (grazie al quale anche l'attrice protagonista, la grande Fernanda Montenegro, vinse l'Orso d'argento).

La trama: il Capitano Nascimento comanda lo squadrone del Battaglione di Operazioni Speciali (BOPE), la cosiddetta Tropa de Elite (squadrone scelto) della polizia di Rio de Janeiro. Il Capitano vorrebbe lasciare la squadra perché sta per diventare padre e viene spesso assalito da attacchi di panico, ma prima deve trovare un sostituto alla sua altezza. A tale scopo, prende in considerazione come candidati gli aspiranti Neto e Matias, suoi amici d'infancia che condividono con lui l'indignazione per l'ondata di corruzione che colpisce la polizia di Rio.

Il film
è salito agli onori della cronaca in quanto prima ancora di essere lanciato sul mercato cinematografico erano già in circolo numerosissime copie pirata. Si dice che circa 11 milioni di brasiliani abbiano assistito al film in modo illegale.
La pellicola è stata al centro di polemiche e dibattiti a causa della violenza e soprattutto delle scene di tortura. Il gruppo Tortura nunca mais (Tortura mai più) ha denunciato soprattutto l'aura di eroismo che circonda i poliziotti torturatori, osannati per il trattamento disumano riservato ai malviventi.

A Berlino il film non è stato particolarmente ben accolto dal pubblico. Pare che il sottotitolaggio sia stato particolarmente scadente, soprattutto per quanto riguarda i dialoghi in gergo.

Per realizzare il film, José Padilha ha lavorato per ben due anni investigando il traffico di droga, con l'aiuto di poliziotti del BOPE, di psichiatri della Polizia Militare e di ex-trafficanti.

13 febbraio 2008

Un fulmine sul Corcovado


Un fotografo fortunato? Una bufala? Non lo so.
Fatto sta che molti giornali, anche italiani, hanno riportato la notizia del fulmine che ha colpito la statua del Cristo Redentore a Rio de Janeiro e del fortunato fotografo che è riuscito a cogliere l'attimo fuggente, Custódio Coimbra dell'agenzia O Globo.
Io la trovo estremamente suggestiva, e voi?

10 febbraio 2008

Falsi letterari sul web: un fenomeno brasiliano?

I miei lettori abituali ricorderanno il granchio che ho preso qualche tempo fa, la pessima figura che ho fatto e che una persona che svolge la mia professione non dovrebbe assolutamente fare. Mi riferisco all'episodio del testo erroneamente attribuito alla grande scrittrice brasiliana Clarice Lispector, e che invece era di Edson Marques (vedi post del 26 dicembre 2007).
Ricorderete anche l'increscioso incidente della citazione attribuita a Neruda da parte di Clemente Mastella in Senato, durante il dibattito che ha preceduto il voto che ha sfiduciato il governo Prodi. Anche in questo caso si trattava dell'opera di una scrittrice brasiliana, Marta Medeiros.
Oggi è stata pubblicata su Musibrasil un'intervista con Julio Monteiro Martins che verte proprio su questo fenomeno.
Ne sottoscrivo pienamente il contenuto, che potete andare a leggere qui:
http://www.musibrasil.it/articolo.php?id=2104

06 febbraio 2008

Campagna pro-mammografia

L'Instituto Neo Mama di São Paulo per la prevenzione e la lotta contro il tumore al seno promuove una campagna grazie alla quale la mammografia può essere offerta gratuitamente alle donne a basso reddito.
Basta fare clic qui, e poi di nuovo sulla finestrella rosa a sinistra dove sta scritto: "Campanha Mamografia Digital Gratuita. Ajude com seu clique". Si aprirà una pagina con la pubblicità di alcuni sponsor della campagna.
Non costa niente e vi porterà via pochi secondi, ma può contribuire a salvare la vita di una donna.
Anzi, nel caso in cui non lo sappiate, il cancro al seno colpisce per l'1% anche gli uomini...


05 febbraio 2008

Il mio blog sul Corriere della sera

Solo oggi ho scoperto che il Corriere della Sera ha messo un link al mio blog nella sua pagina dedicata al Brasile, nella sezione "Americas", insieme a quello del mio amico Pippo Pisano (Il migratore clandestino).

Non sono molto brava a mettere i link, vediamo se funziona:
http://americas.corriere.it/brasile/

Beh, sono soddisfazioni. Grazie al Corriere e benvenuti ai lettori che atterrano qui dopo essere decollati di là...

03 febbraio 2008

Tutti al Sambódromo!


È la domenica di Carnevale. Stasera e domani sera sfileranno al Sambódromo di Rio de Janeiro le migliori Escolas de Samba della città, quelle del gruppo speciale.
Alle nostre latitudini non si ha un'idea chiara di cosa sia il carnevale del Sambódromo, generalmente si pensa che sia una sfilata a puro scopo ludico ed estetico. Ma non è così. Si tratta di una vera e propria competizione paragonabile, a livello di campanilismo e senso di appartenenza, al Palio di Siena per i senesi.
All'inizio le sfilate avvenivano in grandi avenidas della città, nelle quali venivano montate le gradinate nei soli giorni di Carnevale. Nel 1983 fu chiesto a Oscar Niemeyer di progettare una struttura fissa nell'avenida Marquês de Sapucaí, che fu inaugurata nel 1984 e prese il nome di Passarela do Samba. Ma la creatività popolare che l'aveva già battezzata Sambódromo ebbe come al solito la meglio.

Attualmente i gruppi che sfilano sono numerosissimi, tanto che sono stati suddivisi in diverse giornate (i gruppi meno organizzati, di serie B, C e D, sfilano addirittura in altre avenidas della città).
La domenica e il lunedì di Carnevale sfilano le migliori Escolas, che vengono votate in base a criteri molto rigidi; lo spoglio e la proclamazione della vincitrice viene realizzata il mercoledì delle ceneri (e trasmessi in diretta nazionale dalla Rede Globo).
Ogni blocco è composto da alcuni elementi fissi, le cosiddette alas, vestite allo stesso modo e a cui sono richieste determinate prestazioni. Ogni blocco è aperto dalla
comissão da frente (commissione di apertura) composta da 15 persone, che realizza una coreografia in tema con il titolo del blocco. Poi ci sono le alegorias (carri allegorici), ciascuno caratterizzato dai destaques, i personaggi centrali che rappresentano il tema (in genere bellissime ragazze, ma a volte anche personaggi famosi a livello nazionale o internazionale). Ci sono i porta bandeiras (i portabandiera), una coppia di sambisti con costumi spettacolari, e che si esibisce anch'essa in una coreografia sottoposta al giudizio della giuria. Ci sono alas come, per esempio, quella delle baianas (le baiane), in genere donne di una certa età vestite con il costume tipico di Bahia. Ma ci sono molte altre alas, che tutte insieme compongono la evolução (evoluzione), cioè l'insieme della sfilata nel suo complesso. C'è poi la Bateria: un folto gruppo di percussionisti che hanno il compito di dare il ritmo al samba de enredo, cioè la colonna sonora di ciascuna escola che ogni componente del blocco deve cantare all'unisono, seguendo il puxador (letteralmente, il "tiratore") cioè il cantante che, al microfono, ripete come un canone il samba di enredo per tutta la durata della sfilata (il samba è tematico, strettamente legato al titolo dell'enredo, la trama scelta da quella escola per la sua sfilata).
Per ogni escola possono sfilare al massimo 5000 componenti (avete capito bene: cinquemila) e il tempo di attraversamento del Sambódromo deve essere compreso fra 65 e 80 minuti. Anche questi elementi sono soggetti alla votazione della giuria.
Di solito l'ultima escola sfila al mattino presto, col sole che fa già capolino e illumina la Marquês de Sapucaí di una luce irreale.

Quando abitavo in Brasile rimanevo fino a tarda ora davanti alla TV, ipnotizzata dalla bellezza di quello spettacolo, dalla musica ripetuta ossessivamente, dai colori, dalle luci, dai costumi, dalla bellezza mozzafiato dei corpi di uomini e donne, ma anche dei volti segnati dalle rughe dei componenti non più giovani, dai piedi che sanguinavano, dal sudore del puxador, dal sorriso di tutti...
Mi manca. Quando nei nostri telegiornali mostrano un paio di immagini per 15 secondi, magari focalizzandosi in primo piano su tette e culi, mi si stringe il cuore.

Poi, certo, se non mi fossi già dilungata troppo dovrei spiegare che il Carnevale dei carioca non è solo Sambódromo; che i quartieri che sfilano sono quartieri popolari o vere e proprie favelas, che vivono in funzione di questo evento; che purtroppo il giro di soldi del desfile è gestito a volte da piccole o grandi mafie locali; che i turisti stranieri pagano fior di soldi per infilarsi in un'ala e poter dire "c'ero anch'io"; che la realizzazione di costumi e allegorie è diventata un laboratorio-pilota per l'utilizzo di materiali riciclati e a basso costo; che la mia escola favorita è la Mangueira (verde-rosa) il cui enredo quest'anno celebra i cent'anni del Frevo di Recife e Olinda...

P.S. Pochi minuti fa, un TG nazionale ha chiamato "scuole di ballo" le Escolas de Samba... a riprova del fatto che qui in Italia di questo fenomeno non si sa praticamente nulla :(