26 giugno 2008

41 anni dalla morte di don Milani (fuori tema ma non troppo)

Il 26 giugno di 41 anni fa moriva don Lorenzo Milani, priore di Barbiana.
Non metto link perché basta digitare il suo nome su Google per ottenere una quantità inenarrabile di riferimenti. Mi preme qui mettere in evidenza, invece, la sua affinità pedagogica e soprattutto ideologica con un altro grande educatore del XX secolo, il brasiliano Paulo Freire.
Milani e Freire furono contemporanei. Entrambi svilupparono una "pedagogia degli oppressi" nello stesso periodo (a cavallo fra gli anno '50 e gli anni '60), entrambi avevano l'obiettivo di promuovere l'istruzione delle masse popolari al fine di renderle protagoniste della propria emancipazione tramite la lettura critica della realtà.
Milani e Freire non si conobbero mai. Freire, dopo l'esilio, il rientro in patria e la totale reintegrazione nell'ambiente culturale e politico brasiliano, è morto nel 1997 e tuttora rappresenta un punto di riferimento irrinunciabile per chi voglia affrontare seriamente il tema della cosiddetta educazione popolare.
Don Milani invece è morto nel 1967 consumato da una malattia di cui oggi non esiteremmo a dire, come nel caso di Enzo Tortora, che la persecuzione ingiusta a cui l'uomo era stato sottoposto ha avuto un ruolo fondamentale. Don Milani è morto senza ricevere l'assoluzione dai suoi presunti crimini, l'ultimo processo è stato cancellato per decesso del reo e quindi non ha mai avuto la soddisfazione di veder ripulita, anche dal punto di vista giudiziario, la propria reputazione ingiustamente infangata.
Il riconoscimento di cui gode oggi in numerosi ambienti, soprattutto non cattolici (rincresce dirlo, ma è così...), fa parzialmente giustizia a una figura che la nostra cultura dovrebbe imparare a valorizzare di più, soprattutto in un'epoca in cui il modello di riscatto sociale proposto ai ragazzi italiani e stranieri delle nostre periferie urbane più degradate (se fosse vivo, don Milani oggi si dedicherebbe a loro) è quella del binomio calciatore-velina.

24 giugno 2008

Feliz São João!


Ecco il falò di San Giovanni che ieri sera ha illuminato molte strade e vicoli della piccole e grandi città del Nordest.
Oggi è la giornata centrale delle Festas Juninas e, malgrado il Battista non sia il patrono di Recife, nella mia città di adozione questo giorno viene considerato festivo.
Per chi vuol saperne di più, la pagina di Wikipedia (in portoghese) può essere utile.
Buon San Giovanni a tutti e auguri a chi porta questo bel nome.

20 giugno 2008

Tributo a Djavan

Stimolata dal dialogo virtuale intrattenuto con Gaja e, indirettamente, con tale Mimmo che non ho il piacere di conoscere nemmeno virtualmente, dedico lo spazio di oggi al grande Djavan, già visto e ascoltato nel post del 25 marzo scorso insieme a Gal Costa e Chico Buarque.
Djavan, al secolo Djavan Caetano Vieira, è un musicista, autore, poeta e chitarrista brasiliano. Figlio di una lavandaia nera e di un lontano discendente di olandesi, è nato nel 1949 Maceió, capitale dello stato di Alagoas, e vive a Rio de Janeiro dai primi anni '70.
La sua musica riesce a mescolare i ritmi più autenticamente brasiliani alle sonorità del jazz e del blues; forse è per questo che ha avuto un discreto successo anche negli Stati Uniti. Resta il fatto che è uno dei musicisti brasiliani più riconosciuti a livello internazionale.
Io non mi intendo molto di musica, i miei gusti sono molto viscerali, "de panza". Djavan con i suoni, con la voce sensuale, con l'arpeggio della chitarra mi fa semplicemente rabbrividire. I suoi testi, poi, sono intrisi di una poeticità che mi fa capire il significato dell'aggettivo "intraducibile"; quando qualcuno mi chiede gentilmente di tradurre una sua canzone mi intimidisco e declino l'invito.
La prima volta che ne ho udito la voce, nel lontano 1991, mi sono sentita come ipnotizzata. No, non riesco a essere critica quando si parla del mio musicista preferito in assoluto (mi rivolgo soprattutto alle signore e signorine in ascolto: non so voi, ma io trovo che sia anche un uomo dotato di straordinario sex appeal...).

È da quando ho iniziato a scrivere questo thread che mi domando quale canzone inserire da youtube; nell'impossibilità di scegliere "la più bella", scelgo la prima che sentii in quel lontano pomeriggio di novembre di 17 anni fa, "Oceano", in versione dal vivo, unplugged. Buon ascolto.


19 giugno 2008

Nuovo incremento dell'occupazione

Notizie incoraggianti sono state divulgate oggi dai principali organi di stampa brasiliani. A quanto pare, i nuovi posti di lavoro creati negli ultimi 5 mesi hanno superato la barriera del milione (1.051.946 secondo i dati forniti dal Caged, l'organo che registra gli indici di occupazione e disoccupazione a livello nazionale).
Inoltre, per la prima volta il numero di lavoratori regolarmente registrati nel paese ha superato i 30 milioni. Si tratta di segnali importanti, perché indicano un incremento del lavoro formale (in contrapposizione al cosiddetto lavoro "informale", come il piccolo commercio di strada o altre forme di sopravvivenza urbana e rurale non catalogabili come lavoro regolare) e con esso la possibilità di far crescere i diritti dei lavoratori. Senza parlare della maggior stabilità economica che, anche nelle fasce salariali più deboli, contribuisce comunque a un miglioramento generale delle condizioni di vita.
Pur fra mille contraddizioni e con molta strada ancora da fare, il Brasile cresce. Inesorabilmente.

12 giugno 2008

Dia dos namorados

Ebbene sì, in Brasile la festa degli innamorati, dei fidanzati, delle coppie che si vogliono bene è oggi e non il 14 febbraio.
Perché mai?, si domanderanno i miei curiosi lettori.
Domani, 13 giugno, è S. Antonio, il santo "casamenteiro" cioè propiziatore di matrimoni. La vigilia della solennità di questo santo è quindi il giorno più giusto per festeggiare l'amore di coppia. Conosco un sacco di gente che si è fidanzata o sposata in questi giorni, è una tradizione che ha radici antiche e non ha il difetto di essere nata come festa meramente commerciale a suon di cioccolatini.
Per completare l'informazione, sappiate che nel Nordest esistono alcune usanze popolari che hanno come scopo convincere il santo a procurare un fidanzato alle signorine senza marito. La più divertente è quella secondo la quale bisognerebbe appropriarsi di nascosto di una statua di S. Antonio e poi appenderla a testa in giù nell'armadio: "Ti raddrizzo solo quando mi trovi un fidanzato!". Ma è fondamentale che la statuetta non sia comprata né regalata: deve essere trafugata di nascosto, rubata, sottratta in chiesa o a qualche zia devota. E restituita a servizio concluso, ovviamente, ovvero a fidanzato accalappiato!
Auguro un felice dia dos namorados a tutti quelli che si amano, a chi è innamorato, a chi è in trepidante attesa di una dichiarazione e a chi spera di trovare - come mi diceva una giovane amica ieri sera a cena - "qualcuno da amare per tutta la vita".
E che sia un giorno sereno anche per chi, come me, è solo. Che Sant'Antonio non se ne abbia a male se lo lasciamo in pace, a testa in su, sull'altarino di casa della vecchia zia devota...

06 giugno 2008

Cinema: due pellicole brasiliane nelle sale

In uscita oggi nelle sale italiane due importanti film brasiliani.
Il primo è "Tropa di elite - Gli squadroni della morte" di José Padilha, premiato con l'Orso d'oro al festival di Berlino e di cui si è già parlato qui sul blog il 16 febbraio scorso.
Il secondo è "L'anno in cui i miei genitori andarono in vacanza" del mio coetaneo Cao Hamburguer.
Dopo alcuni anni sottotono, finalmente il buon cinema brasiliano ritorna nel circuito internazionale.
Memorabili l'exploit, nel 1998, del pluricandidato all'Oscar "Central do Brasil" (1997) di Walter Salles (lo stesso regista de "I diari della motocicletta", il film su Che Guevara) e il controverso successo nel 2003 di Cidade de Deus (2001), il cui titolo è stato orrendamente tradotto in Italia con "City of God" (come se avesse senso battezzare una favela di Rio con un nome americano!), di Fernando Meirelles, lo stesso regista dell'attesissimo "Cecità" di cui si è parlato pochi giorni fa.
Non so se andrò a vederli, mi infastidisce l'idea di assistere a un film brasiliano doppiato. Forse aspetterò l'uscita dei DVD per poterli vedere in lingua originale. O forse no.
Se qualcuno dei miei affezionati lettori ci andrà, saranno graditi commenti, recensioni, complimenti e stroncature.

04 giugno 2008

Rio de Janeiro, le Olimpiadi e la Coppa del Mondo


Il Comitato Olimpico ha annunciato le quattro città candidate a ospitare le Olimpiadi del 2016: Madrid, Chicago, Tokio e Rio de Janeiro. Il risultato finale sarà annunciato il prossimo anno, anche se le probabilità che i giochi siano ospitati dalla città carioca mi paiono francamente molto esili.
Tuttavia, è significativo che sia riuscita a superare la prima selezione; a ciò ha sicuramente contribuito il buono svolgimento dei giochi Panamericani dello scorso anno.
Ricordiamo anche che il Brasile ospiterà la Coppa del Mondo di calcio nel 2014.
Come ogni cosa, ci sono pro e contro. Il paese non ha ancora risolto i suoi problemi relativamente alla povertà, all'istruzione, alla sanità pubblica, alla sicurezza, all'equità sociale, alle emergenze ambientali. Ospitare i grandi eventi sportivi internazionali è una priorità? I grandi proventi economici che ne deriveranno potranno beneficiare tutta la popolazione, o resteranno appannaggio dei soliti noti? E la sicurezza? Le forze dell'ordine saranno all'altezza del compito, quando le città saranno invase da turisti e tifosi? Quale quota del magna-magna finirà nelle tasche della criminalità locale più o meno organizzata?
Io sono ottimista. Voglio credere che il Brasile riuscirà a rispondere positivamente alla sfida dei mondiali FIFA del 2014 e che prima o poi potrà ospitare anche le competizioni olimpiche.
Il Brasile è un grande paese, con un grande popolo. Merita di farcela.

(Nella foto: il monumento di Juscelino Kubitschek a Brasilia, vestito con la maglietta della Seleção in occasione dell'annuncio della FIFA - Brasil 2014)