28 dicembre 2006

Rio in fiamme

Attacchi della criminalità organizzata a posti di polizia e corriere di linea, in corso da questa mattina, hanno già provocato 18 morti a Rio de Janeiro (di cui 7 erano passeggeri di un pullman che andava da Rio a San Paolo e che è stato incendiato).
Lunedì ci sarà il cambio al vertice del governo dello stato di Rio, dicono si tratti di un'operazione orchestrata dai gruppi criminali per esercitare pressione sui nuovi assessori alla sicurezza pubblica e all'amministrazione penitenziaria che entreranno in carica il giorno 1.

Praticamente la città è sprofondata nel panico, in un clima da guerra civile che mina alle radici la già precaria sensazione di sicurezza della popolazione.
A ciò si aggiunge il caos più totale del traffico aereo, iniziato a giugno con il fallimento della Varig e che ha raggiunto il suo apice martedì 5 dicembre con il black out al sistema di sicurezza dell'aeroporto di Brasilia.
Una città in fiamme, un paese nel caos. Alla vigilia del capodanno, che faceva prevedere l'afflusso di un milione di persone solo nella spiaggia di Copacabana, per il tradizionale spettacolo di fuochi d'artificio.
Che strazio. Meno di un mese fa ero a Rio, la Città Meravigliosa. Mi si spezza il cuore al pensiero di questa situazione così dolorosamente violenta...

23 dicembre 2006

Tornando a casa

E quindi eccomi di nuovo qui, a Bologna, alle prese con i bagagli che ho appena terminato di svuotare, con la casa da riorganizzare, con i ricordini da distribuire, con il Natale alle porte.
Oggi mi sono ritrovata più di una volta a rivolgermi in portoghese a persone italiane, ad esempio al povero lavavetri a cui stavo dando un euro con gli auguri di Buon Natale a condizione che NON lavasse il mio parabrezza, e che quando gli ho parlato in portoghese mi ha guardato come se fossi pazza...
Tutto è bene quel che finisce bene.
Dalla prossima settimana riprenderò a inserire commenti e notizie sul Brasile, per il momento da Bologna è tutto.

I migliori auguri di un Natale sereno e pieno di amore, che in fin dei conti è il dono più prezioso, proprio perché non si può comprare.
Feliz Natal a todos!

20 dicembre 2006

Ultimo giorno

I giorni corrono veloci, la voglia di scrivere e di aggiornarvi sul blog è sempre superata da altri impegni, soprattutto in questi ultimi giorni in cui tutti gli amici si sono improvvisamente resi conto che sto per partire...
Ieri a Recife ha piovuto a dirotto, in 6 ore è caduta più acqua della media del mese di dicembre, le strade si sono allagate e il traffico è andato in tilt. Ho visto scene che di solito si vedono in luglio o in agosto, cioè in inverno, la stagione che qui coincide con il periodo delle piogge: gente che si arrampicava sul tetto dell'autobus, bambini immersi nell'acqua fino alle ascelle, automobili fluttuanti, vecchi maggioloni irrimediabilmente bloccati a causa dell'acqua entrata nel motore.
Recife è situata a 7 metri sul livello del mare, e quando piove forte non c'è via d'uscita per l'acqua. Se poi alla pioggia si aggiunge l'alta marea, la situazione diventa ancor più critica.
Comunque, l'eccezionale pioggia di ieri non ha impedito al sole di splendere più brillante che mai questa mattina.
In questi giorni, Camera e Senato hanno approvato - senza regolare votazione ma tramite un decreto straordinario derivato da un accordo fra i gruppi parlamentari - una legge che aumenta lo stipendio di deputati e senatori del 91,7%. I cittadini sono indignati, soprattutto pensando al fatto che il nuovo salario minimo in vigore dal 2007 sarà di 385 R$ (e quanto si è dovuto litigare per raggiungere un accordo su questa cifra), mentre il nuovo salario dei parlamentari dovrebbe essere di 24.500 R$...
Il Supremo Tribunale Federale, però, accogliendo la richiesta di alcuni parlamentari dotati di un maggior senso del pudore, ha bloccato il decreto, sostenendo che le delibere relative allo stipendio dei parlamentari devono essere votate in assemblea plenaria.
Pare che il nuovo aumento si attesterà su 16.800 R$, adeguandosi semplicemente agli indici di inflazione; o quanto meno, questa è la raccomandazione di Tarso Genro, Ministro degli Affari Istituzionali.
Come vedete, la mancanza di pudore dei nostri 'rappresentanti' non conosce frontiere; se in Italia abbiamo tutti i motivi per indignarci, anche qui non si scherza. Se poi pensiamo che uno dei più strenui difensori dell'aumento del 91,7% è proprio il presidente della Camera, Aldo Rabelo, del PCdoB (Partido Comunista do Brasil), abbiamo detto tutto. Sigh.

Domani sera mi imbarco per l'Italia. Se non ci rileggiamo prima, Buon Natale a tutti.

13 dicembre 2006

Clima prenatalizio

Recife, come Bologna, vanta una consolidata tradizione di luminarie natalizie e quest'anno sembra proprio che decoratori e paesaggisti si stiano sbizzarrendo.
L'allestimento più suggestivo che ho visto fino a questo momento si trova nella piazza prospiciente la compagnia elettrica, dove campeggiano due giganteschi alberi di Natale e un presepe di lampadine, sullo sfondo della fontana illuminata.
Anche gli acquisti impazzano: gli Shopping Centers sono pieni di gente, e nei mercatini si fa fatica a camminare.
In questi giorni viene pagata
la tredicesima e tutti si affrettano a saldare i debiti rimasti in sospeso per vedere quanto rimane da destinare all'acquisto dei regali e dei vestiti per le feste (parentesi: i telegiornali dei giorni scorsi hanno mostrato la Rua 25 de março a São Paulo, strada ad alta densità commerciale, dove sabato scorso sono passate, fra le 6 del mattino e le 6 di sera, circa un milione di acquirenti...).
Anche le scuole sono già finite e le spiagge cominciano a popolarsi.
La principale spiaggia urbana di Recife, Boa Viagem, alle 8 del mattino comincia a riempirsi di seggiole pieghevoli e ombrelloni, mentre ai bagnanti mattinieri (quelli della camminata salutare e del bagnetto prima di correre in ufficio) si sostituiscono le donne-lucertola (spalmate di creme e olii vari), le famigliole con bambini, le coppie attempate, le coppiette appiccicate, ragazzi e uomini di ogni età che giocano a foot-volley o a calcetto, improvvisando le porte con ciabatte ammucchiate o piantate nella sabbia.
Verso le 9 si comincia a smangiucchiare e a bere. Sull'arenile passano in continuazione i carretti dei gelati, dell'acqua di cocco, del formaggio alla brace, dell'ananas sbucciato e tagliato. E poi, i venditori a piedi con i loro sacchi di anacardi tostati, le loro bacinelle piene di gamberi aglio-e-olio, i thermos giganti contenenti i "caldinhos", brodi densi e caldi a base di fagioli oppure di gamberi o ancora di granchio.
Il "caldinho" viene servito nel suo bicchiere di carta, non prima di aver depositato sul fondo un ovetto di quaglia sodo, un'oliva verde e, nel caso del "caldinho de feijão", annche qualche pezzettino di torresmo, grasso di maiale tostato, molto simile ai nostri ciccioli secchi.
Tutta questa roba così pesante, al mattino?, diranno i miei piccoli e grandi lettori. Beh, tutta questa roba viene solitamente innaffiata con qualche buon bicchiere di birra "estupidamente gelada", fredda in un modo pazzesco.
Questo è il clima prenatalizio alla brasiliana, o meglio, alla pernambucana (Recife è la capitale dello stato del Pernambuco).
Non chiedetemi perché, ma non provo nessunissima nostalgia della neve, delle slitte e delle immagini di Babbo Natale...

11 dicembre 2006

Fine della prima puntata

Il mio compagno di viaggio si è appena imbarcato alla volta dell'Europa, dopo 6 giorni veramente molto intensi.
Abbiamo visitato la Recife artistica (chiese barocche, cappelle ricoperte d'oro, palazzi ottocenteschi, il bellissimo teatro, i ponti), la Recife viva (periferie, favelas, scuole professionali ma anche centri commerciali modernissimi), la stupenda città di Olinda, l'entroterra poverissimo dello stato di Alagoas, le spiaggie meravigliose del litorale sud dello stato del Pernambuco.
Ora inizia la mia vera vacanza, che sarà caratterizzata soprattutto dalla compagnia degli amici e dal più puro e limpido cazzeggio, in spiaggia ma anche no.
Al mio ritorno provvederò a scrivere qualcosa di più articolato, visto che i tempi stretti degli internet point non sempre permettono la calma e la concentrazione necessari a scrivere con calma (e in un italiano decente).
Un caro saluto a tutti.

06 dicembre 2006

Da Brasilia a Recife: praticamente un'odissea

Chi l'avrebbe mai immaginato, dopo una giornata così intensa e piacevole ci aspettava un'esperienza imprevista e faticosa.
Alle 18, al nostro arrivo all'aeroporto di Brasilia, da cui avremmo dovuto decollare alla volta di Recife alle 20:15, scopriamo che a causa di agitazioni dei controllori di volo l'aeroporto è bloccato dalle 10 del mattino: nessun volo si è più alzato da quell'ora.
La signorina del check-in ci fa la carta d'imbarco ma sconsiglia di spedire il bagaglio, in quanto non è in grado di dire se e quando partirà il volo. In quel momento, centinaia di passeggeri infuriati sta reclamando le proprie valigie perché vuole recarsi in albergo per passare la notte. Naturalmente gli alberghi di Brasilia sono tutti al gran completo...
Decidiamo di restare in aeroporto ad aspettare l'evoluzione degli eventi. Ogni ora vado a cercare nuove informazioni, ma l'aeroporto è nel caos più totale. Ci viene suggerito di spostare la prenotazione al volo del mattino dopo (stamattina) ma temiamo che le agitazioni si ripetano, inoltre non sappiamo dove andare a dormire. Decidiamo di restare.
Poco prima di mezzanotte, ormai esausta, mi dirigo verso lo sportello del supervisore per chiedere se il volo sarà cancellato o se si hanno informazioni di qualsiasi genere. Mentre aspetto il mio turno in fila, per un caso della sorte vedo il supervisore sollevare la cornetta e poi gridare a un altro funzionario: "Il volo per Recife è liberato, imbarco immediato!" Passando davanti agli altri poveri passeggeri, urlo al giovanotto che ho già la carta d'imbarco per quel volo, ma i bagagli sono ancora con me.
Il giovanotto chiama con un urlo: "Odacir!" e il robusto Odacir si avvicina. "Ritira i bagagli di questa signora, subito!".
Corro a prendere il carrello, urlando al mio compagno di viaggio "Si parte, si parte!". Le valigie vengono etichettate in fretta e furia e ci dirigiamo all'imbarco.
All'una di questa mattina l'aereo decolla e alle 3 siamo alla Pousada dos Quatro Cantos dove, ritirate le chiavi delle stanze, crolliamo esausti e stressati.
Oggi gli aeroporti di Brasilia, San Paolo, Rio de Janeiro, Belo Horizonte e Salvador erano ancora congestionati, oltre il 50% dei voli o era stato cancellato o portava grave ritardo.
Tutto è bene quel che finisce bene: oggi, sotto un sole splendente e accompagnati da un efficientissimo taxista, abbiamo visitato la sempre bella e suggestiva Recife.
Ma anche di questo vi scriverò in un'altra occasione.

Brasilia

Dopo aver visitato la strepitosa idroelettrica di Itaipu, di cui magari scriverò in un'altra occasione, lunedì pomeriggio ci siamo trasferiti a Brasilia.
Martedì mattina abbiamo contrattato un taxista che ci ha accompagnati per tutta la giornata a conoscere la città sorta dal nulla in 3 anni, dal 1957 al 1960, per volontà dell'allora Presidente della Repubblica Jucelino Kubitschek, nel luogo sognato da Don Bosco nel 1843: fra il 15^ e il 20^ parallelo sorgerà un centro di grande civilizzazione, dove scorreranno latte e miele...
La visita è iniziata con la sosta alla suggestiva Cattedrale Metropolitana a forma di fiore rovesciato, la cui navata è parzialmente sotterranea. Poi ci siamo spostati nella monumentale Piazza dei Tre Poteri, dove fra l'altro abbiamo assistito al cambio della guardia di fronte al Palácio do Planalto (sede del Presidente della Repubblica), e abbiamo visitato la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica.
Sapete come fanno ad evitare i problemi con i "pianisti"? La Camera ha un sistema di riconoscimento delle impronte digitali, per cui il Deputato registra la propria presenza tramite l'identificazione dell'indice della mano destra, a cui fa seguito il voto! Un sistema semplice ma all'avanguardia, adottato a quanto pare solo dall'assemblea legislativa brasiliana.
Dopo la piazza, il Tempio a Don Bosco con le sue vetrate blu e rosa, quindi una parziale circumnavigazione del lago che abbraccia la città e l'attraversamento del futuristico Ponte JK; pranzo alla churrascaria Porcão e giro veloce nel settore delle ambasciate.
La visita si è conclusa con la salita di 75 m fino al punto panoramico della Torre della TV, da cui si ammira a 360 gradi la vista della città. Ma non è finita...

03 dicembre 2006

Da Rio a Foz do Iguaçu: viaggio nel Paradiso Terrestre

La mattina di sabato 2 dicembre abbiamo salutato Rio de Janeiro, finalmente baciata dal sole, e siamo sbarcati nel paradiso terrestre.
Non chiedetemi di descrivervi lo spettacolo naturale delle Cataratte di Foz do Iguaçu: come direbbe il Poeta, "capire non lo può chi non lo prova".
Ieri pomeriggio abbiamo visitato il lato brasiliano, cioè la parte minore e meno suggestiva dell'area delle cascate, ma in compenso il punto da cui si gode un panorama d'insieme che dal lato argentino non è possibile vedere.
La mia impressione, nonostante sia uno spettacolo sempre bellissimo ed emozionante, è che ci sia molta meno acqua rispetto alle altre due volte in cui avevo visitato questo paradiso (1995 e 2003). Ho scattato pochissime fotografie, ma al mio rientro voglio proprio fare un paragone fra allora e oggi. Temo che il riscaldamento globale, ma soprattutto la costruzione di alcune piccole idroelettriche a monte del Rio Iguaçu, stiano danneggiando la stupenda cornice naturale delle cascate.
Oggi invece abbiamo visitato il lato argentino.
Il mio compagno di viaggio, nonostante la stanchezza (fa un caldo infernale e nel parco nazionale bisogna camminare su passerelle lunghe più di un chilometro per raggiungere i punti di interesse panoramico), continuava a ripetere: "Fantastico! Fantastico!"...
Io invece ripeto "Fantastico! Fantastico!" ogni volta che entro nell'Hotel che ci ospita, una costruzione in stile neocoloniale che si trova esattamente di fronte alle cascate, all'interno del parco nazionale.
Al mio ritorno inserirò le fotografie in un album virtuale e vi darò l'indirizzo dove andarle a vedere, così capirete meglio il mio entusiasmo.
Una nota di colore: prima di uscire dal parco nazionale argentino, questo pomeriggio, ho acquistato un bellissimo poncho in misto lana da indossare in Italia. Avrò di che vantarmi, nel freddo inverno bolognese...
Domattina andremo a visitare l'idroelettrica di Itaipu e al pomeriggio imabrcheremo alla volta di Brasilia.
A rileggerci presto con un nuovo episodio del mio diario di viaggio.

02 dicembre 2006

Il viaggio, l'arrivo, i primi giorni

Dopo uno spettacolare viaggio in business class, venerdì 30 novembre Rio ci accoglie mestamente fra nuvole e pioggia.
Le prime notizie captate dal telegiornale locale parlano purtroppo di 3 morti a causa degli smottamenti, ovviamente nei quartieri più popolari, le favelas costituite da baracche precariamente accostate a ripe pericolose.
Il mattino dopo, la vacanza inizia nel più rigoroso rispetto della regola degli imprevisti: non si trova uno sportello elettronico che permetta al mio compagno di viaggio di prelevare contanti dai suoi conti correnti italiani, il taxista che un amico aveva contrattato per noi non si presenta all'orario stabilito, il tram che ci porta al quertiere di Santa Teresa si ferma a metà percorso causa lavori, il taxista ci raggiunge nuovamente con un'ora di ritardo...
Ma procediamo con ordine. La giornata trascorsa a Rio è stata intensissima; dopo essere riusciti finalmente a cambiare dei contanti, abbiamo attraversato l'infinito ponte Rio - Niterói per andare a visitare l'edificio che ospita il MAC, il Museu de Arte Contemporânea, progettato dal grande architetto Oscar Niemeyer. Un'opera futuristica e suggestiva, una specie di disco volante di cemento e vetro appoggiato su una base di appena 9 metri di diametro, con una vista sulla baia di Guanabara da mozzare il fiato... se solo ci fosse stato il sole!
Dopo il MAC, di corsa a Rio per raggiungere la stazione del "bondinho", il tram che conduce al quartiere di Santa Teresa (non prima di aver fatto una sosta per visitare la strana ma suggestiva cattedrale a forma di cono). A Santa Teresa visitiamo il Museu da Chácara do Céu, dove restiamo colpiti soprattutto dalla collezione di acquarelli di Debret, opere di metà ottocento che ritraggono la vita quotidiana degli schiavi a Rio de Janeiro (ma bellissimi anche i disegni e i dipinti di Cândido Portinari presenti nella collezione).
Andiamo a pranzo in una famosa churrascaria, il Porcão, affacciata sulla spiaggia di Flamengo; poi un'oretta di riposo e quindi, finalmente liberi dalla pioggia, saliamo sul Pão de Açúcar con le due teleferiche che ci conducono sulla vetta del panetto. La visione della città dall'alto è mozzafiato, nonostante il tempo nuvoloso. Mentre scendiamo, per pochi secondi il Corcovado, che era rimasto coperto dalle nubi per tutta la giornata, si scopre e mostra il Cristo che abbraccia e benedice la città.
Ma il bello deve ancora venire. Alla sera, il giornalista Zuenir Ventura ci informa che al Teatro Municipale ci sarà una serata musicale in occasione della giornata nazionale del Samba, organizzata e condotta nientemeno che da Beth Carvalho, la "papessa" del samba carioca, e che ha trovato gli inviti anche per noi.
Non so dire se sia stato più bello vedere da dentro il teatro in stile liberty oppure lo spettacolo dal vivo di questa cantante straordinaria; bello è stato senz'altro conoscere di persona il caro Zuenir, che fino a quel momento era stato solo un autore che avevo tradotto e con cui avevo scambiato qualche mail.
La stima, il rispetto ma soprattutto l'affetto sono immediati. Zuenir ha l'età di mia madre, sua moglie Mary qualche anno di meno, ma è come se fossimo coetanei e amici da sempre. Al salutarci, Zuenir si congeda baciandomi in fronte. Mi commuovo: ho capito di avere acquistato un amico in più.