29 novembre 2006

28 novembre 2006

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Domani si parte.
Ecco l'itinerario:

29/11 Bologna - Milano (con diritto a cena di compleanno)
30/11 Milano - Lisbona - Rio de Janeiro
1/12 Rio de Janeiro
2-4/12 Foz do Iguaçu
5/12 Brasília
6-20/12 Olinda, Recife, entroterra
21/12 partenza per l'Europa
22/12 arrivo a Bologna.
Per il momento interrompo le trasmissioni. Spero di riuscire ad aggiornare il blog durante il viaggio.
Voi seguitemi, se potete.

23 novembre 2006

Corso di lingua e cultura brasiliana a Bologna

In seguito alle insistenze di alcuni conoscenti, ho deciso di imbarcarmi in questa nuova avventura: insegnerò il portoghese di base e anche qualche elemento di cultura brasiliana.
Il corso si svolgerà a Bologna presso il Circolo Arci Benassi (viale Cavina, vicino al Parco dei Cedri), da gennaio a giugno, ogni mercoledì dalle 20,30 alle 22.
L'incontro di presentazione dovrebbe svolgersi nei locali del Circolo mercoledì 10 gennaio 2007 alle ore 20:30. Il corso sarà divulgato anche sul sito di Iperbole.
Divulgate l'iniziativa e accorrete numerosi.

P.S. Mi è stato detto che manca il prezzo. È vero, ma le questioni economiche le gestirà direttamente il Circolo Arci Benassi. Comunque vi posso garantire che il corso NON supererà i 50 euro al mese. Venite alla riunione di presentazione, mercoledì 10 gennaio alle 20,30 presso il Benassi, e avrete tutti i dettagli del caso.

20 novembre 2006

20 novembre: Giornata della Coscienza Negra

Oggi, 20 di novembre, si celebra in Brasile il Dia da Consciência Negra.
Le comunità afrobrasiliane ricordano la morte, nel 1695, del leader Zumbi dos Palmares, fondatore e capo di uno dei più importanti quilombos, le comunità di schiavi fuggitivi.

Secondo le ricerche realizzate dall'IBGE (Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística) nel mese di settembre, la popolazione che si dichiara nera o mulatta ha al proprio attivo una scolarità più bassa e un reddito medio equivalente alla metà, rispetto alla popolazione bianca. La ricerca si riferisce alla media delle sei principali aree metropolitane dell paese. Il tasso di disoccupazione di neri e mulatti è pari all'11,8% contro l'8,6% dei bianchi.
Sempre secondo l'IBGE, nelle sei aree oggetto della statistica si dichiara nero o mulatto il 42,8% della popolazione di età superiore ai 10 anni.

Malgrado il mito della secolare mescolanza etnica spinga a credere che in Brasile il razzismo non costituisca più un problema, i numeri respingono questa semplicistica interpretazione.
Nell'Università che ho frequentato durante il quadriennio 1999/2003, c'era un solo docente di colore. Sì, uno solo.
Recentemente sono state istituite delle quote che consentono agli studenti che si dichiarano neri o mulatti di avere un più facile accesso agli studi superiori. Anche per questo, in controtendenza rispetto a qualche decina di anni fa, sempre più persone si dichiarano nere o mulatte.

Personalmente, trovo discutibile che l'istituto nazionale di statistica includa ancora nei propri questionari la dichiarazione della razza. Ma dal punto di vista degli indicatori sociali si tratta, purtroppo, di informazioni che hanno ancora una loro utilità.

Un'ultima osservazione: la parola negro, da noi considerata "politicamente scorretta", è stata recuperata dalle comunità afrobrasiliane come simbolo della propria identità.
Il titolo di questo post, quindi, non contiene né refusi né offese, ma costituisce piuttosto un omaggio ai negri, miei fratelli e sorelle, che oggi in Brasile rinnovano la propria lotta per l'uguaglianza e la dignità.

19 novembre 2006

Avviso ai naviganti

Il 30 mattina parto per il Brasile, sarò di ritorno poco prima di Natale.
Compatibilmente con i miei impegni e con la possibilità di accesso a Internet, cercherò di aggiornare il blog con informazioni, notizie e curiosità.
Nei ritagli di tempo dei prossimi 10 giorni dovrò pensare a cosa mettere in valigia, ai pensierini da portare agli amici, ma soprattutto alle cose da fare una volta a Recife: dal rinnovo della carta d'identità scaduta ai reclami in banca per le tariffe applicate senza il mio consenso, passando per il taglio di capelli dal mio parrucchiere di fiducia, l'ineffabile e insostituibile Moacyr.

Nei primi 12 giorni sarò al tempo stesso turista, guida e interprete.
Visiterò Rio de Janeiro. Tornerò per la terza volta a Foz do Iguaçu (una delle più spettacolari meraviglie naturali del mondo). Conoscerò più approfonditamente l'architettura futuristica di Brasilia, la capitale nata dal nulla nel 1960. Visiterò la barocca Olinda con la calma che non le ho mai dedicato negli anni in cui vivevo là. Ritroverò le sculture di Francisco Brennand e anche la nuova pinacoteca che raccoglie i suoi quadri, in costruzione l'ultima volta che ci sono stata. Rivedrò la "mia" Recife, la cosiddetta
Venezia brasiliana, sempre che uno non abbia mai visto Venezia...

14 novembre 2006

Un paese con un futuro al femminile

Sul tema delle donne si potrebbe dire moltissimo, ma ci limiteremo qui a fornire alcune informazioni essenziali; innanzitutto anche in Brasile le donne sono più numerose degli uomini (circa il 2% in più) e hanno una maggiore aspettativa di vita (72,6 anni contro 64,8).

Anche se le donne hanno in media tre anni di studio in più, guadagnano ancora il 30% in meno dei loro colleghi maschi.

Ogni minuto quattro donne sono vittime di violenza fisica di vario tipo, dalle percosse allo stupro, il più delle volte per mano del proprio partner o di propri familiari. Circa 10 milioni di donne sono a rischio di gravidanze indesiderate a causa dell’uso inadeguato degli anticoncezionali (o della mancanza assoluta di conoscenze a riguardo), e su 100 donne che partoriscono, 28 hanno meno di 18 anni. I circa 1.200.000 aborti clandestini all’anno (in Brasile l’aborto è considerato un crimine, regolamentato da una legge del 1940) sono responsabili del 9% delle morti materne e del 25% dei problemi di sterilità femminile.

Tuttavia, oggi il 55% delle famiglie ha una donna a capofamiglia. All’inizio del XXI secolo le donne hanno finalmente superato gli uomini nel numero di iscrizioni all’Università. Una fra le più grandi metropoli del mondo, San Paolo (10,5 milioni di abitanti nel municipio), è stata guidata per ben due volte da una donna (Luiza Erundina 1989-1992 e Marta Suplicy 2000-2004) e sempre più numerose sono le donne elette alla carica di sindaco, governatore, deputata, senatrice, ministro o dirigente di grandi aziende.

In un paese segnato da sacche di maschilismo ancora molto violento, questi elementi costituiscono una chiara speranza per il futuro, soprattutto per la velocità con cui si afferma il cambiamento.

(i dati statistici si riferiscono al periodo 2004-2005)

09 novembre 2006

I brasiliani e la religiosità

È quasi impossibile trovare un brasiliano veramente ateo e, anche in questo caso, gli sentiremmo probabilmente pronunciare la famosissima frase di Luis Buñuel: “Sono ateo, grazie a Dio!”.

A livello di religione istituzionalizzata, le confessioni cristiane giocano la parte del leone: il 73,8% si dichiara cattolico, il 10,8% protestante e il 15,4% evangelico di varie denominazioni. Rispetto a qualche anno fa però, il numero dei cattolici è diminuito, mentre è in aumento quello degli evangelici. Questo potrebbe essere imputato al fatto che la gente ha voglia di novità, anche in campo spirituale, o forse al fatto che la Chiesa sta scontando oggi la sua connivenza nel tempo con i vari regimi oppressivi che hanno governato il paese. Sta di fatto che prende forma anche qui, come accade ormai da tempo negli Stati Uniti, quel modo di trattare la religione come un business e di raccogliere le masse dei fedeli ( e le loro offerte ) con megashows mass-mediatici, in cui un serio discorso religioso trova ben poca cittadinanza.

Parlando di cristianesimo, non possiamo dimenticare di citare la Teologia della liberazione . nata nell’America Latina degli anni ’60 e che in Brasile ha visto i fratelli Leonardo e Clodovis Boff fra i loro principali interpreti. Dalla riflessione sgorgata dalla teologia della liberazione sono nate le CEBs, Comunità Ecclesiali di Base, nelle quali ancora oggi la teologia non viene studiata ma creata a partire dalla lettura della Parola e dal suo confronto con la dura realtà quotidiana delle periferie urbane e delle zone rurali. La Teologia della Liberazione ha dato vita a esperienze estremamente innovative, che non sempre hanno incontrato il consenso delle gerarchie vaticane, ma soprattutto a personalità di spicco nella lotta per la dignità dei poveri. Fra tutti, citiamo il grandissimo Dom Helder Camara, arcivescovo di Recife e Olinda e ‘pastore dei poveri’, scomparso nel 1999.

Uno spazio significativo è occupato anche dalle espressioni religiose afro-brasiliane (Candomblé, Xangô, Macumba e altre), frutto del sincretismo fra le religioni tradizionali importate dall’Africa dagli schiavi neri e la religione cristiana imposta dai colonizzatori; significativa anche la presenza dello spiritismo kardecista (dal nome del suo fondatore, il francese Allan Kardec). Negli ultimi anni si sta diffondendo anche la spiritualità New Age proveniente dagli Stati Uniti.

04 novembre 2006

La rielezione di Lula (2)

Molte cose positive sono state fatte dal governo Lula, prima fra tutte una coraggiosa politica estera che ha contribuito a svincolare non solo il Brasile, ma tutta l'America Latina, dall'egemonia degli USA. È innegabile il ruolo di articolazione internazionale svolto da Lula nella direzione di una maggior integrazione economica e politica fra i paesi latinoamericani.
Dal punto di vista della politica economica, grande rilievo può essere dato al Salario Minimo (il più alto, in valore assoluto e relativo, dell'era post-dittatura), alla Borsa-Famiglia (contributi alle famiglie a basso reddito), alla riduzione delle diseguaglianze (la concentrazione della ricchezza risulta la più bassa dal 1981).
Altro elemento di grandissimo rilievo del quadriennio che si sta concludendo è stato il dialogo con i movimenti sociali; non possiamo dimenticare che, malgrado la gestione Lula della riforma agraria sia stata duramente contestata dal Movimento Sem Terra, il dialogo fra governo e Movimento ha rappresentato una novità. I governi conservatori, infatti, hanno sempre criminalizzato il MST e i movimenti popolari non hanno mai avuto spazio nel dibattito politico.
A proposito di movimenti popolari, va segnalata la creazione delle Assemblee Popolari Statali e Nazionale, nelle quali la cosiddetta Società Civile Organizzata ha potuto confrontarsi sui temi politici di suo interesse e presentare proposte alle Istituzioni.
I grandi difetti della presidenza di Lula, oltre alla corruzione di cui abbiamo già parlato, sono stati la quasi assoluta incapacità di articolazione politica interna e l'incapacità di gestire i rapporti con il Parlamento (e con la non-maggioranza parlamentare, che ha portato spesso il paese sull'orlo dell'ingovernabilità).
L'economia, nonostante il paese abbia rafforzato la propria stabilità e si sia raggiunto qualche obiettivo interessante anche in favore delle classi più povere, ha sostanzialmente seguito una linea di continuità con le gestioni precedenti, non riuscendo a svincolarsi dalla sottomissione alle lobbies, soprattutto quelle agrarie.
Rimane la speranza che, nel quadriennio che inizierà il 1º gennaio prossimo, il nuovo governo recuperi terreno e superi le sue inefficienze e incapacità.
Ci si augura soprattutto che Lula sarà in grado di proporre un vero progetto di sviluppo nazionale che si opponga fattivamente al conservatorismo tradizionale e faccia ulteriormente crescere il Brasile, riducendo ulteriormente le diseguaglianze e restituendo alla popolazione condizioni di vita compatibili con le reali potenzialità del paese più esteso, più popoloso e più intrinsecamente ricco dell'America Latina.